Chi è abituato a fare sport, lo sa. L’attività fisica sembra togliere…l’appetito. Le esperienze di questo tipo descritte dagli sportivi, professionisti e non, hanno indotto gli scienziati a cercare di capire quale fenomeno si celi dietro il calo dell’appetito in seguito (soprattutto) a un allenamento aerobico di moderata intensità. E la scoperta che a metterci lo zampino sono una serie di sostanze, principalmente ormoni, la cui sintesi aumenta proprio in seguito all’attività fisica. Con un’azione che determina un calo dell’appetito.
Più ci si muove e meno si mangia
Ciò che gli scienziati hanno scoperto di recente è che, oltre ai benefici diretti, ce ne sono altri meno scontati determinati dall’attività fisica. Più ci muove, infatti, meno e meglio si mangia. Considerazioni che gli sportivi troveranno scontate, sulla base della loro esperienza. Ma dietro cui, sappiamo oggi, si cela un razionale scientifico. Nell’ultimo decennio diversi studi hanno evidenziato come l’attività fisica aerobica (per intenderci: footing, nuoto, cyclette, tennis, pallavolo, calcetto) agisca su due ormoni intestinali coinvolti nei meccanismi di controllo della fame: riducendo i livelli della grelina (capace di stimolare l’appetito) e aumentando quelli del peptide YY (legato al senso di sazietà). A ciò, come dimostrato in uno studio pubblicato nelle scorse settimane sulla rivista “Nature”, potrebbe aggiungersi l’azione svolta da un’altra molecola.
Lac-Phe: il segreto di un amminoacido
A determinare un calo dell’appetito dopo l’attività fisica aerobica potrebbe essere infatti Lac-Phe, acronimo di N-lactoyl-fenilalanina. Si tratta di un amminoacido derivato dal lattato, sostanza che si accumula nei muscoli in seguito a uno sforzo fisico intenso. Un gruppo di camici bianchi delle facoltà di medicina degli atenei statunitensi di Stanford e Houston ha rintracciato il composto nel sangue di un gruppo di topi tenuti a correre per almeno mezz’ora sul tapis roulant. In seguito la stessa rilevazione è avvenuta in un campione di cavalli da corsa e uomini, a margine di una corsa in moderata intensità. Ma non solo. Gli stessi autori hanno registrato come, somministrando Lac-Phe per dieci giorni a ratti che seguivano una dieta ad alto contenuto di grassi, lo stimolo della fame sia gradatamente calato. E di conseguenza sia migliorato anche il profilo metabolico degli animali. L’azione “dimagrante” di Lac-Phe è, infine, dimostrata dalla sua assenza, in topi privati di Cndp2, un enzima coinvolto nella sintesi del composto.
Per vivere meglio, occorre puntare sull’aerobica
Non sappiamo ancora come questo composto agisca, anche se è ragionevole immaginare un’azione a livello dei centri di controllo dell’appetito presenti nell’ipotalamo. Occorre però precisare che la sintesi è stata osservata in seguito a un esercizio di massima intensità. Camminare mezz’ora, cioè, non è sufficiente a innescare questa serie di reazioni che alla fine determina un calo dell’appetito. Il beneficio maggiore sembra essere indotto da un esercizio di tipo aerobico intenso, in grado di innescare anche una sintesi di lattato: prodotto di scarto del metabolismo in assenza di ossigeno.
Lo sport è un farmaco, facciamolo con criterio
Quanto osservato in questa ricerca aiuta a comprendere perché gli esperti siano ormai concordi nel considerare l’attività fisica come il più potente farmaco a nostra disposizione. Ma c’è un rovescio della medaglia che deve spingerci all’attenzione. Nessuna molecola è in grado di determinare al contempo una serie di benefici a carico di diversi organi e apparati. Questo vuol dire però anche che, più di una singola “pillola” (il sogno di molte persone che hanno necessità o desiderio di perdere i chili di troppo), il movimento può farci molto bene o creare dei danni. Ecco perché, anche in questo ambito della medicina, siamo nell’epoca della personalizzazione. Il movimento andrebbe prescritto, combinando attività di resistenza ed esercizi di forza sulla base delle condizioni e degli obbiettivi di ogni singola persona. Insomma, massacrarsi di fatica non serve di per sé per ottenere un risultato, ma è bene compiere uno sforzo adeguato che porti a sviluppare energia anche a partire dai grassi. Più che dimagrire, attraverso l’attività fisica puntiamo a definire un’ottimizzazione della massa corporea. Nella pratica: meno grasso e ossa e muscoli più forti.
Per saperne di più:
Attività fisica: una risorsa indispensabile per la salute, Fondazione Umberto Veronesi
Cosa succede se non faccio mai attività fisica, Fondazione Umberto Veronesi