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Outdoor education: il valore della vita all’aria aperta

Bambini e insegnante che camminano nel bosco

Indice

Sempre meno in classe. E sempre più all’aria aperta: in tutte le stagioni dell’anno. Complice anche la pandemia da Covid-19, gli ultimi anni hanno segnato il consolidamento della “outdoor education”. Ovvero di quelle forme di educazione che prevedono che quasi tutte le attività vengano svolte non negli spazi canonici: bensì in boschi, giardini, parchi urbani, orti, campagne e spiagge. Sull’onda di quanto da decenni avviene nei Paesi scandinavi, progetti di questo tipo si ritrovano oggi in nidi e scuole dell’infanzia private di molte città. Costruiti su misura delle caratteristiche dei singoli territori. E sempre di più sono le famiglie attratte da queste opportunità: nelle aree più rurali come nei grandi centri urbani, in cui ogni occasione è considerata utile per sfuggire al tran-tran cittadino. Un segno che non si osserva più soltanto nei fine settimana, ma anche nelle scelte che riguardano la quotidianità: dalla scuola di un figlio al luogo in cui poter eventualmente fare smart-working. E che mi ha spinto ad avviare l’avventura del Torrazzo, che potrete conoscere più a fondo anche navigando nelle pagine del sito ufficiale.

Outdoor education: di cosa si tratta?

Sotto il termine “outdoor education” sono comprese una grande varietà di esperienze pedagogiche caratterizzate da didattica attiva che si svolge in ambienti esterni alla scuola e che è impostata sulle caratteristiche del territorio e del contesto sociale e culturale in cui la scuola è collocata. Nato come risposta a fenomeni di “indoorization” che, a partire dalla rivoluzione industriale in poi, sono stati l’espressione dei mutati rapporti tra uomo e ambiente, l’educazione all’aria aperta è oggi una proposta pedagogica che offre una risposta anche ai nuovi stili di vita imposti dalla pandemia. Non è sufficiente uscire dall’aula per poter parlare di “outdoor education”. Quello che non può mai mancare, in un’esperienza pedagogica di questo tipo, sono: l’interdisciplinarietà, l’attivazione di relazioni interpersonali e con l’ecosistema. Inoltre, con il termine “outdoor education” non ci riferiamo soltanto a esperienze che si svolgono in contesti naturali (il giardino della scuola, i parchi, le fattorie), ma anche percorsi didattici realizzati in ambienti urbani (musei, piazze, parchi cittadini) in cui è garantito un rapporto diretto e concreto con il mondo reale e il coinvolgimento nella sua interezza del soggetto in formazione.

I benefici dell’outdoor education

Stare all’aria aperta, insieme ai propri coetanei, accresce le capacità sociali dei bambini e delle bambine che messi in un contesto diverso da quello dell’aula scolastica sono spinti a stare in relazione con se stessi e con gli altri in modo differente. Inoltre, alcune attività aumentano la consapevolezza verso i temi del rispetto dell’ambiente, della percezione del sé nel mondo e della salute di corpo e mente. I benefici delle esperienze in natura partono quindi dai gesti e dalle esperienze quotidiane per arrivare alle grandi finalità dell’educazione sostenibile. Si rilevano benefici psicofisici, relativi all’apprendimento, alla crescita e alle emozioni e nell’ambito della socializzazione e dell’interazione. Via via che un gruppo lavora con continuità in natura, gli ambiti dei benefici e gli apprendimenti osservati nei bambini da parte degli adulti si nutrono di sfumature: maggiori possibilità di agire il movimento, utilizzo e sviluppo dei sensi, possibilità di esprimere la creatività, felicità della scoperta, dimensione dell’avventura, gusto per l’esplorazione, lo stupore, maggiore spazio alla fantasia, autonomia personale, libertà nel silenzio e minor inquinamento acustico, gioco all’aria aperta, confronto con l’ambiente esterno, sperimentazione con materiali naturali e poveri, introduzione del gioco senza gioco, comprensione di come ci si misura col rischio riconoscere il pericolo, potenziamento del senso di orientamento.

Quali attività fare all’aria aperta?

Parlando di esperienze per bambini all’aperto, l’invito è dunque quello di scegliere la semplicità; via libera al gioco libero in natura, possibilmente con i coetanei, che è la cosa più necessaria, per i piccoli. Attività outdoor semplici e benefiche per bambini “di ogni età” sono, per esempio:

  • la camminata esplorativa del bosco
  • l’osservazione delle piante e degli animali 
  • la raccolta di oggetti o frutti (bacche, rametti, foglie, ghiande, castagne), che si possono poi classificare e riporre in recipienti o utilizzare per lavori artistici
  • la costruzione di un riparo se è presente un corso d’acqua
  • consumare il pasto, senza lasciare rifiuti e magari accendendo il fuoco
  • arrampicarsi sugli alberi o su un pendio
  • correre 
  • fare giochi con corde o dondolare su un’amaca
  • camminare sul filo, o meglio una “slackline” montata su due alberi sufficientemente lontani

Per saperne di più:

Effects of Regular Classes in Outdoor Education Settings: A Systematic Review on Students’ Learning, Social and Health Dimensions, International Journal of Environmental Research and Public Health

Getting Out of the Classroom and Into Nature: A Systematic Review of Nature-Specific Outdoor Learning on School Children’s Learning and Development, Frontiers in Public Health

The Impact of Time Spent in Natural Outdoor Spaces on Children’s Language, Communication and Social Skills: A Systematic Review Protocol, International Journal of Environmental Research and Public Health

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