Negli ultimi decenni l’importanza che viene data al sonno dalla nostra società è andata diminuendo, considerandolo alla stregua di un tempo perso rispetto alle altre attività. Questo pensiero è però in fase di revisione già da qualche anno, grazie anche alle scoperte che oggi ci permettono di riconoscere innumerevoli benefici per la salute derivanti da un sonno corretto. Dormire dunque è importante. E farlo bene ancora di più. Un messaggio che, attraverso queste pagine, voglio rilanciare in occasione del World Sleep Day. Ovvero la giornata mondiale dedicata al sonno, che come ogni anno si celebra il 17 marzo.
I benefici del sonno per la salute
Un sonno ristoratore è indubbiamente uno dei grandi pilastri del nostro benessere e della nostra salute sia fisica sia psichica. E proprio dalla qualità del sonno e dalla purezza dei nostri momenti di relax dipende la sensazione di freschezza, di energia e di benessere che accompagna ogni nostra giornata (e in parte anche il nostro stato di salute generale). Vivere con superficialità il riposo o l’ambiente in cui decidiamo di dormire significa rinunciare a una netta percentuale di benessere e qualità della vita, nonché a una fonte insostituibile di energia psicofisica. Mentre i benefici che derivano al nostro corpo e alla nostra mente da un buon riposo notturno, al contrario, sono numerosissimi. E sono oggetto di sempre più attenti studi scientifici. I tre elementi chiave per un riposo ristoratore sono la durata, la continuità e la profondità. Il sonno, insomma, è un vero e proprio scrigno di salute di cui troppo spesso ci dimentichiamo.
Le diverse fasi del sonno
Considerare il sonno come una fase di “riposo” contrapposta alla veglia è in realtà una grande semplificazione, poiché proprio durante il sonno il nostro corpo e il nostro cervello svolgono un’intensa attività. Mentre dormiamo il nostro cervello attraversa una serie di “cicli” di attività che corrispondo ai nostri “ritmi cerebrali”. Sono i famosi cicli del sonno (3-5 per notte), ciascuno costituito da due fasi fondamentali: quella REM e quella non REM. La fase REM (detta anche di “sonno paradossale”) è la fase del sonno più profondo e occupa circa il 25 per cento del nostro sonno. È quella in cui lasciamo spazio ai sogni ed è stata definita “paradossale” poiché le onde cerebrali divengono rapide, i movimenti oculari accelerano, il viso si anima, il respiro spesso si fa irregolare (come se ci stessimo svegliando, proprio nel momento in cui, paradossalmente, il nostro sonno è più profondo). La fase non REM viene generalmente suddivisa in quattro momenti distinti: l’addormentamento (è la fase in cui si scivola verso il sonno), il sonno leggero (la fase intermedia fra l’addormentamento e il sonno profondo), il sonno profondo (l’attività cerebrale rallenta ulteriormente e c’è un’assenza totale di movimenti muscolari o cerebrali) e il sonno profondo effettivo (in questo stadio il cervello, i muscoli e l’intero organismo sono perfettamente a riposo e siamo “isolati” dal mondo esteriore e dai suoi stimoli.). Al termine della quarta fase, entriamo nel sonno REM per poi riprendere un nuovo ciclo: spesso dopo un brevissimo risveglio di cui non avremo memoria.
Che cosa succede se si dorme poco?
La privazione del sonno può essere causa nel breve tempo diverse conseguenze in vari ambiti della salute.
- Comportamento: aggressività, sentimenti antisociali, iperattività, incapacità di controllo
- Emozione: depressione, ansietà, stress, inquietudine, irritabilità
- Pianificazione: difficoltà nell’organizzarsi, nella gestione dei tempi, arrivare in ritardo a scuola, ripetitività, non memoria dei compiti
- Concentrazione: disattenzione, mancanza di concentrazione
- Creatività: meno stimoli creativi
- Risoluzione dei problemi: scarso controllo del comportamento e difficoltà con gli altri
- Astrazione: difficoltà in matematica, scienze, lingue, concetti astratti
- Coordinamento motorio: diminuzione dell’attività sportiva, rischio di incidenti, goffaggine
- Peso: rischio di obesità e sovrappeso
- Salute: maggior rischio di malattia per ridotta reazione del sistema immunitario
- Apprendimento: il sonno REM e i sogni sono fondamentali per la memoria, in particolare per i ricordi più complessi come concetti matematici e linguaggio
Quante ore al giorno dedicare al riposo?
Molti ricercatori sostengono che siano fondamentali almeno 8-9 ore di sonno per notte per dare la possibilità al nostro corpo di terminare il suo processo rigenerativo. Altri studi attestano che 7 ore siano sufficienti. Altri ancora parlano di 6 ore. In realtà è possibile affermare che la lunghezza del sonno sia soggettiva da persona a persona. E variabile, per uno stesso individuo, a seconda dell’età e delle condizioni di vita. Ciascuno di noi possiede dunque un orologio differente, che implica necessità e bisogni diversi in fatto di sonno. Esistono però delle indicazioni riportate nelle linee guida delle principali società scientifiche mondiali che tengono conto dell’età di ogni individuo
- Un neonato ha bisogno di circa 18/20 ore al giorno di sonno
- A un anno circa, le ore di sonno per un bambion scendono a 14/15 al giorno (per ridursi poi a 12 ore a notte fino all’età di 6 anni)
- Un adolescente necessita in media di 9 o 10 ore di sonno per notte
- Per un adulto sono necessarie in media 7/8 ore di sonno per notte
- Negli anziani spesso il fabbisogno di sonno diminuisce, insieme alla capacità di resistenza al sonno (ragione per cui in età avanzata è più facile cadere nel sonno davanti alla tv o in momenti di assenza di stimoli)
Per saperne di più:
Sonno: perché è importante dormire bene, Humanitas
Speciale sonno: perché è importante dormire bene, Fondazione Umberto Veronesi