Quanto accaduto nelle scorse settimane in Emilia Romagna, ha riportato d’attualità il tema delle infezioni associate a eventi catastrofici naturali quali alluvioni e terremoti.
Sia chiaro: come precisato dagli stessi specialisti, in Emilia Romagna non c’è e non c’è mai stata un’emergenza sanitaria.
Il tema è però tornato legittimamente in copertina. E le file viste davanti ai centri vaccinali per effettuare i richiami contro il tetano stanno a dimostrare come un rischio ci fosse. Apparentemente (e fortunatamente) sventato.
Catastrofi naturali e rischio infettivo: le raccomandazioni degli esperti
Sul tema, nei giorni scorsi, è intervenuta anche la Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (Simit).
“Nelle zone alluvionate non si sono mai riscontrati i presupposti per parlare di emergenza sanitaria – ha sottolineato Pierluigi Viale, ordinario di malattie infettive all’Università di Bologna -. Un rischio possibile è stato rappresentato dal tetano, per il quale è stata raccomandata la vaccinazione. Per facilitare la prevenzione, nuove dosi di vaccinazione antitetanica sono state messe a disposizione delle Asl dell’Emilia-Romagna”.
Non vi sono state invece ulteriori indicazioni sul rischio di malattie gastroenteriche. “Si può aggiungere che la regione del Delta del Po, quindi le aree settentrionali della Romagna, sono state aree di endemia per artropodi, che sono vettori di infezioni tropicali come Chikungunya e West Nyle – prosegue l’esperto -. È dunque possibile che le acque reflue attualmente stagnanti creino un microsistema favorevole a questi insetti. Tuttavia, per queste infezioni non esistono vaccinazioni, quindi ci si può limitare ad allertare le strutture di igiene pubblica a monitorare eventuali sintomi sospetti”.
Abbigliamento, comportamenti e pulizia corretti
In occasione dell’evento catastrofico che ha colpito l’Emilia Romagna, il servizio sanitario ha ricordato l’importanza di utilizzare un abbigliamento raccomandato per rimuovere e smaltire il materiale e il fango, dotandosi di:
- guanti e stivali in materiale impermeabile, facilmente lavabili e disinfettabili;
- abbigliamento lavabile a 60 gradi (in alternativa tuta monouso o tuta in materiale facilmente lavabile e disinfettabile);
- occhiali o visiera in materiale lavabile e disinfettabile
Nelle norme di comportamento è stato suggerito invece di:
- evitare il contatto con le acque alluvionali per non contaminarsi con acqua o suolo inquinati;
- lavare bene le mani con sapone e acqua corrente;
- evitare di toccare viso, bocca e occhi con le mani non pulite;
- proteggere ogni lesione, escoriazione, ferita da taglio con medicazioni impermeabili;
- tenere i bambini al riparo da fango e acqua alluvionata.
Tutto ciò prestando attenzione alla gestione dei rifiuti (indossare dei guanti e al termine lavare bene le mani con sapone e acqua corrente, fare attenzione a prodotti chimici o contenenti sostanze pericolose, evitare di ostruire le strade antistanti le abitazioni con rifiuti che possano ostacolare il corretto transito dei mezzi di soccorso).
Come pulire le superfici?
Tra i consigli per pulizia e disinfezione, anche quelli riguardanti le superfici dure come muri e pavimenti: da lavare con acqua calda e detergenti.
Se si tratta di superfici ruvide, bisogna strofinare con una spazzola rigida ricordando di proteggere le vie respiratorie dalle polveri.
Se le cose sono rimaste bagnate per più di due giorni, si deve portare tutto il possibile in esterno per farlo asciugare. I materiali contaminati o ammuffiti e i detriti che sono stati contaminati con liquami, acqua o fango devono essere rimossi. Così come ogni cosa fatta di cellulosa, legno o fibre naturali: in grado di assorbire acqua e liquami, poiché in grado di diventare terreni di crescita di muffe pericolose per la salute (anche se non visibili).
I vestiti contaminati da fango e liquami, infine, devono essere lavati in acqua calda.