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Donazione di organi da vivente: cosa occorre sapere

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Per tante persone ammalate, il trapianto è l’unica cura in grado di salvare loro la vita. Pensiamo ai cardiopatici, alle persone con insufficienza respiratoria o epatica. Per altre il trapianto rappresenta la possibilità di guarire da gravi malattie. È il caso, per esempio, dei malati in dialisi (e alla loro qualità di vita dopo il trapianto di rene), delle persone affette da gravi malattie degli occhi (che con il trapianto di cornea possono riacquistare la vista) e di chi ha bisogno di “nuovi” tessuti (come segmenti ossei e tendini, valvole cardiache, segmenti vascolari, cute). La maggior parte dei trapianti viene effettuata a seguito della morte di una persona che ha deciso di donare i propri organi. Ma alcune donazioni possono essere fatte anche in vita. E non sono soltanto quelle di sangue o di midollo osseo, di cui abbiamo già parlato. In questo post voglio parlarvi della donazione di organi da vivente, una procedura regolata in maniera stringente nel nostro Paese. Ma a cui si guarda sempre con più interesse come una delle opportunità per provare a ridurre le liste di attesa.

Donazione da vivente: di cosa si tratta?

In vita si possono donare il rene e una porzione del fegato. Dal 2012 è consentito anche il trapianto parziale tra persone viventi di polmone, pancreas e intestino, ma queste ultime tipologie di donazione non si sono ancora svolte nel nostro Paese. In Italia le donazioni da vivente di rene e fegato sono invece più frequenti. In media, infatti, si effettuano più di 300 interventi l’anno. In genere, queste tipologie di interventi si eseguono tra consanguinei (come genitore e figlio) o persone affettivamente correlate (come moglie e marito).

Come avviene la donazione di organi da vivente?

Ai fini della donazione da vivente, il potenziale donatore è sottoposto a un’attenta valutazione per accertare il suo ottimale stato di salute psico-fisico e la reale disponibilità di un consenso libero e informato. Esistono casi in cui il donatore e ricevente, all’interno della famiglia, non siano compatibili e la procedura standard di trapianto da donatore vivente è preclusa. In questi casi le “coppie” di donatore e ricevente possono optare per la donazione da vivente in modalità “cross-over”. In presenza di almeno un’altra coppia in situazione analoga, i donatori e i riceventi delle due diverse, se biologicamente compatibili, si “incrociano”. L’incrocio tra le coppie viene curato dal Centro Nazionale Trapianti, attraverso un registro unico nazionale. Si può anche donare il rene in favore di uno sconosciuto: è questa la cosiddetta donazione “samaritana”, che consente di salvare la vita di un paziente con il quale non si ha alcun legame di tipo parentale o affettivo.

I vantaggi legati alla donazione da vivente

Rispetto alla donazione di organi da persone decedute, quella da vivente offre vantaggi considerevoli. Per esempio è possibile eseguire accertamenti medici preliminari senza costrizioni di tempo e pianificare la data dell’intervento in modo ottimale. Inoltre i pazienti devono attendere di meno per ricevere un organo. Infine, spesso nelle donazioni tra consanguinei le reazioni di rigetto sono più rare. Tutti questi motivi migliorano le prospettive di riuscita di un trapianto. Tuttavia, i donatori di organi corrono dei rischi per la loro salute. Tali rischi sono direttamente legati all’intervento o possono manifestarsi a lungo termine e sono diversi a seconda dell’organo donato. Per questo motivo è necessario accertare in modo completo lo stato di salute dei candidati per una donazione da vivente.

Chi dona viene controllato per tutta la vita

Nella maggior parte dei casi la salute non è compromessa dalla donazione da vivente. Tuttavia sono necessarie controlli medici postdonazione per il donatore. Ciò permette di individuare e trattare in maniera tempestiva eventuali problemi per la salute. A tal fine tutte le persone che hanno donato un organo da viventi sono sottoposte regolarmente (e per tutta la vita) a esami medici.

Donazione da vivente: l’importanza della valutazione psicologica

Oltre agli aspetti medici, devono essere considerati i fattori psicologici. Va per esempio verificato che la donazione avvenga gratuitamente e sia volontaria. Per la donazione di organi, tessuti o cellule, è vietato concedere o accettare un profitto finanziario o un altro vantaggio. Oltre all’accertamento dello stato di salute del donatore, per una donazione da vivente è necessario dapprima verificare i motivi che stanno all’origine della decisione. In particolare vanno considerati eventuali rapporti di dipendenza nella cerchia familiare e se il donatore è sottoposto a pressioni psicologiche.

 

Per saperne di più:

Donazione di organi da vivente: di cosa si tratta?, Istituto Superiore di Sanità

Quali organi possono essere donati da vivente?, Fondazione Umberto Veronesi

Il trapianto di fegato da donatore vivente, Irccs Ismett di Palermo

Il trapianto da donatore vivente, Centro Regionale Trapianti Veneto

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