Polmoni più sani fin da piccoli, trascorrendo quanto più tempo possibile all’aria aperta. Possono apparire scontate le conclusioni di uno studio pubblicato nelle scorse settimane sull’“European Respiratory Journal”. Ma in realtà non è così: perché l’informazione in questo senso non è mai troppa e perché facciamo ancora troppa fatica nel tradurre l’evidenza scientifica in comportamenti concreti mirati alla prevenzione. In questo caso non parliamo di quella a tavola, ma di tutto quel corollario di altre azioni che concorrono a determinare uno stile di vita salutare. Tra queste c’è la possibilità di trascorrere tempo prezioso (e, perché no, svolgere attività fisica) all’aria aperta.
Polmoni più sani per i bambini che vivevano nel verde
La ricerca è stata condotta da un gruppo di studiosi dell’Università di Porto, che hanno coinvolto nel loro lavoro quasi 3.300 bambini che vivano nella città portoghese o nel suo hinterland. Gli autori hanno misurato la funzionalità polmonare dei bambini (rilevando la capacità vitale forzata: ovvero il volume totale di aria che si riesce ad espellere in espirazione forzata, dopo aver eseguito un’inspirazione massimale), per poi correlarla con i dati relativi alla presenza di vegetazione in prossimità del luogo in cui vivevano (dati tratti da statistiche comunali e mappe satellitari). Nello specifico, i ricercatori hanno misurato la distanza che c’era tra le abitazioni in cui i bambini avevano vissuto in tre momenti della loro infanzia (4,7 e 10 anni) e il più vicino parco o giardino pubblico. Risultato: quanto più vicino ad aree verdi i bambini avevano vissuto nel corso dei primi anni di vita, tanto migliore risultava la loro funzionalità respiratoria. Un parametro che ha restituito istantanee progressivamente migliori tra coloro che, durante il periodo di osservazione, si sono trasferiti verso aree più verdi. Un aspetto, quest’ultimo, che corrobora ulteriormente l’ipotesi che a migliorare la respirazione dei più piccoli sia stata proprio la vicinanza a parchi e giardini.
La qualità dell’aria fa la differenza (soprattutto) nel corso dell’infanzia
I miglioramenti su base individuale sono stati minimi (attorno al 2 per cento). Ma questo dato, trasferito all’intera popolazione, “determinerebbe un miglioramento sensibile e significativo”, hanno messo nero su bianco i ricercatori. Gli scienziati sono convinti che incentivare la presenza di verde pubblico in città e la frequentazione di parchi e giardini possa essere un’efficace misura di sanità pubblica. Sono diversi, d’altra parte, i benefici riconosciuti alla vita a stretto contatto con la natura. Oltre al miglioramento della funzionalità polmonare (che riduce il carico delle malattie respiratorie e cardiovascolari), diversi studi hanno evidenziato benefici in termini di riduzione dello stress, aumento dell’attività fisica, miglioramento della qualità della dieta e finanche una composizione più equilibrata del microbiota intestinale. Benefici che sono stati riconosciuti sia tra coloro che vivono in campagna sia (in altri studi) tra chi vive a pochi passi dal mare. E che risultano più marcati tra i bambini, probabilmente “perché sono coloro che trascorrono più tempo all’aperto”, è il pensiero dei ricercatori. Ma pure perché i primi anni di vita hanno un ruolo cruciale per la crescita e lo sviluppo dei polmoni.
Abbiamo bisogno di più verde pubblico nelle città
Questi dati non fanno altro che confermare come sia ormai necessario favorire un approccio “One Health”. Se vivere in campagna è una strategia da perseguire, non si può dimenticare che tante persone non possono ricorrere a una scelta di questo tipo. Per ragioni diverse, che possono essere di natura economica, organizzativa o semplicemente perché gli impegni professionali le tengono legate ai grandi centri urbani. Al fine di ridurre le disuguaglianze sanitarie, è dunque importante che le nostre città diventino sempre più verdi, incentivino l’utilizzo dei mezzi pubblici e limitino quello delle automobili.
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