Ciao amici! Una (lunga) riflessione doverosa…negli ultimi tempi ci sono state molte occasioni per chiacchierare insieme. Ci siamo visti a La Spezia, Cannobio, Varese, Locarno, Torino, Monza fino ad arrivare agli ultimi appuntamenti milanesi.
Mi fate sempre molte domande sulle scelte alimentari, dimostrando tanta passione e curiosità e, a volte, un po’ di “sana” confusione (che è sempre il miglior punto di partenza per imparare e migliorarsi). Come dico sempre, e questo per me è una regola, non esiste un alimento che possa essere considerato “veleno” in modo assoluto, la differenza la fanno sempre la quantità, la qualità e la soggettività di ognuno di noi. Non tutti “accettiamo” allo stesso modo tutti i nutrienti di un alimento.
Un esempio, il sale e lo zucchero: ogni fonte di sale (e sodio) può essere dannosa per la nostra salute, quanti di voi utilizzano salsa di soia ovunque! 50 ml (un paio di cucchiai) contengono ben oltre la quantità di sale consentita nella giornata! La soia protegge ma non la salsa di soia! La stessa cosa vale per lo zucchero che sia il classico saccarosio (bianco, grezzo o integrale) oppure miele, sciroppi vari e fruttosio (in polvere o assunto con grandi quantità di frutta).
Allo stesso modo il mondo vegetale non è sinonimo implicito di salute e prevenzione. Dipende dal “vegetale”! Mi avete fatto notare che qualche volta utilizzo latte o formaggi: vero! Non li ho mai tolti dalla mia scelta alimentare, ma li consumo con razionalità, variandoli e preferendo sempre formaggi freschi e magri a formaggi stagionati, che utilizzo quando vanno a sostituire il sale nel mio piatto finito rivestendo quindi un ruolo da “insaporitore”. Stessa cosa per il latte: quanti bevono litri e litri di latte vegetale al giorno?
Bisogna però fare attenzione agli zuccheri aggiunti e al tipo di latte. Un latte di riso, ad esempio, è fortemente amidaceo e con l’aggiunta di zuccheri non fa altro che aumentare di indice glicemico; a confronto, un latte vaccino senza grassi e magari senza lattosio, è sicuramente meno “impattante” per l’organismo, se rientra nelle porzioni giornaliere consigliate.
Stessa “attenzione” vale per il mondo carne. Quella bianca non sembra correlare con il cancro, quella rossa (maiale, manzo, agnello, cavallo), si. Se ne consiglia un consumo massimo settimanale di 500 g in generale e solo di 50 g di carne rossa processata/lavorata. Il pesce? Risulta protettivo.
A proposito di porzioni, qui sotto un link interessante che vi invito a leggere. “Ci sono cibi che se assunti per lunghi periodi possono prevenire oppure favorire la trasformazione neoplastica di una cellula. E nonostante molti meccanismi e diverse molecole coinvolte siano ancora considerati semplici imputati, e non sicuramente colpevoli, la ricerca, soprattutto negli ultimi anni, ha fatto passi da gigante.
Lo stesso vale per la maggior parte dei cibi descritti spesso dai giornali come i “salvaprostata” o i “salvaseno” della situazione. Va detto però che, mentre i ricercatori continuano il loro lavoro quotidiano di analisi dei singoli cibi e dei loro componenti, utili o pericolosi che siano, oggi sappiamo con ragionevole certezza che una dieta sana ed equilibrata è in grado di ridurre fino a oltre il 30% il rischio di avere un tumore. Per alcuni tumori, come quello del colon retto, la percentuale sale al 75%.
Sono infatti ormai tantissimi gli studi, realizzati su diversi gruppi di popolazione nel mondo, che dimostrano quanto una maggiore o minore diffusione del cancro dipenda in larga parte anche da come si vive, da ciò che si mangia e perfino da quanto si mangia.”
Per questo è importante lasciare parlare la Scienza con i suoi dati. A volte non sono facilissimi da leggere, questo è vero, ma proprio per questo cerco, attraverso questo blog, i miei social e gli incontri dal vivo, di rispondere alle vostre domande nella maniera più immediata e piacevole possibili, dando anche consigli pratici per la vita di tutti i giorni. E rimanete sintonizzati, perché le sorprese non sono finite!
Impariamo a mangiare non solo di pancia, ma anche di testa!