Nel complesso, i numeri sono contenuti: circa tremila casi ogni anno, in Italia. Ma il tumore del testicolo deve combattere una sfida che non comincia mai ad armi pari: contro il pudore, i tabù e la scarsa cultura della prevenzione che continua a registrarsi tra gli uomini. Le donne, in linea di massima, vanno regolarmente dal ginecologo. I loro compagni meno dal corrispettivo specialista, l’urologo. E sono pure meno attenti nel riconoscere i campanelli d’allarme delle due malattie. Risultato? Diagnosi che continuano con troppa frequenza a essere tardive. Novembre è il mese di…“Movember”, la campagna annuale diffusa in tutto il mondo per accrescere la consapevolezza sui problemi di salute maschili. In particolar modo, in ambito urologico. Da qui la scelta di parlavi di tumore al testicolo. Una delle malattie oncologiche più curabili, al giorno d’oggi. A patto, però, di arrivare alla diagnosi in maniera tempestiva.
Tumore al testicolo: di cosa si tratta?
Il tumore al testicolo è una neoplasia complessivamente poco frequente: rappresenta appena l’1-1,5 per cento di tutti i tumori che colpiscono i maschi. È però il tumore che colpisce più spesso gli uomini con meno di 50 anni. Secondo l’Associazione italiana dei registri tumori (AIRTUM), ogni anno in Italia vengono diagnosticati circa duemila casi di tumori del testicolo, con un trend in aumento negli ultimi trent’anni. I tumori del testicolo possono colpire le cellule che producono gli spermatozoi (seminomi) o le altre cellule dell’organo (non seminomi). Se da un lato il tumore del testicolo tende ad aumentare di frequenza per cause che non sono ancora completamente chiarite, dall’altro stanno diventando sempre più efficaci le strategie di cura. Oggi, quello del testicolo è uno dei tumori con le maggiori probabilità di guarigione: in media 9 pazienti su 10 guariscono completamente. Inoltre, a differenza di quasi tutti i tumori, vi sono buone possibilità di guarigione anche nei casi in cui la malattia si sia estesa oltre i testicoli.
Il tumore dei testicoli può colpire anche i più piccoli
Il tumore al testicolo può presentarsi anche in tenera età. Come spiegato sul manuale dedicato ai tumori maschili di Fondazione Umberto Veronesi, i casi possono registrarsi prima dei due anni e subito dopo l’inizio della pubertà. “I tumori del testicolo che colpiscono i bambini più piccoli sono molto differenti sia da quelli che compaiono in età adulta sia da quelli che insorgono durante la pubertà – è quanto riportato nel volume -. Nella gran parte dei casi sono infatti benigni e non si diffondono nel resto del corpo”. Anche per quel che concerne le particolari tipologie di tumore, i più piccoli hanno specifiche peculiarità: si stima che i tumori germinali (che sono la quasi totalità in età adulta) rappresentino meno del 70 per cento dei tumori pediatrici. Anche se richiede sempre un intervento chirurgico e in alcuni casi anche trattamenti adiuvanti, il tumore al testicolo in età infantile ha ottime probabilità di guarigione e non è quasi mai letale (le statistiche parlano di un decesso ogni 10 milioni di casi).
La prevenzione e la diagnosi precoce possono fare la differenza
Il gonfiore, spesso accompagnato dal dolore, è il campanello d’allarme che più di ogni altro dovrebbe portare un uomo a sentire il parere del medico. Per questo il momento dedicato all’igiene personale diventa l’occasione per controllare anche i testicoli. Proprio toccandosi i testicoli nel momento dell’igiene quotidiana, come si dovrebbe fare dalla pubertà in avanti, è possibile infatti cogliere differenze nella forma, oppure nella consistenza, che potrebbero essere un segnale precoce di malattia. Così come raccomandato alle donne per cogliere i campanelli d’allarme di un possibile tumore al seno, via libera dunque all’autopalpazione anche negli uomini. Nei modi che, in una campagna realizzata con Fondazione Umberto Veronesi qualche anno fa, abbiamo deciso di chiarire in un video ancora oggi molto virale. Soltanto in caso di ulteriore sospetto, occorrere procedere con il dosaggio di alcuni marcatori rilasciati nel sangue dalle cellule tumorali (alfa-fetoproteina, beta-HCG e latticodeidrogenasi). Quanto alla prevenzione del tumore al testicolo, rimangono utili alcune indicazioni valide su larga scala: non fumare, usare il profilattico (fin dai preliminari), vaccinarsi contro l’HPV (entro i 12 anni), proteggere i genitali da raggi ultravioletti e psoraleni (si usano per la cura della psoriasi). A queste, occorre aggiungere (per i genitori) il controllo fin dalla nascita della posizione dei testicoli del bambino. Il criptorchidismo, che si configura in caso di mancata discesa di uno dei due organi, può infatti aumentare fino a dieci volte il rischio di tumore. Ma le probabilità si riducono se l’anomalia viene corretta chirurgicamente.
Tumore al testicolo: quali le terapie disponibili?
Il tumore del testicolo si cura con successo in nove casi su dieci quando la diagnosi è precoce. La chirurgia è la terapia principe, ma va eseguita solo in centri di eccellenza. Le tappe successive vengono valutate tenendo conto del tipo di malattia, della sua estensione, dei valori dei marcatori e della volontà o meno del paziente di preservare la fertilità. Si può optare per la sorveglianza (vale a dire un programma di controlli periodici per verificare se il tumore ha una ripresa), la radioterapia o la chemioterapia. Il primo caso è quello che preserva maggiormente la fertilità, che più facilmente di quanto viene riservato anche alle donne (e di cui abbiamo parlato il mese scorso) si fa da tempo nel caso degli uomini.
L’importanza della preservazione della fertilità
Avere un tumore al testicolo, infatti, non vuol dire essere condannati a non poter avere figli. La crioconservazione – il cosiddetto congelamento del seme: da effettuare eventualmente anche dopo l’intervento, ma prima dell’inizio della chemio o della radioterapia – è una possibilità che oggi viene sempre fornita ai pazienti con un tumore del testicolo. La sola asportazione della ghiandola non compromette irrimediabilmente la fertilità, effetto collaterale molto più frequente invece degli altri due trattamenti. In questi casi le conseguenze possono essere comunque provvisorie e rientrare nell’arco di un paio d’anni. Un periodo durante il quale ai pazienti si sconsiglia di provare ad avere figli in maniera naturale (mentre è possibile farlo scongelando il seme e ricorrendo a una procedura di procreazione medicalmente assistita).
Per saperne di più:
Tumori maschili – Il manuale di Fondazione Umberto Veronesi
Linee guida tumore del testicolo – Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM)